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Trattamento chirurgico patologia aneurismatica

Trattamento chirurgico patologia aneurismatica

Trattamento chirurgico

L’intervento chirurgico viene eseguito in anestesia generale e consiste nel sostituire il tratto di aorta dilatato con una protesi, generalmente in Dacron, retta o biforcata in relazione al coinvolgimento dell’asse iliaco.

L’intervento prevede una laparotomia, nel caso trattasi di un aneurisma del tratto addominale, oppure una toracotomia se interessa il tratto toracico.

Nei pazienti in cui vengono coinvolti entrambi i distretti (aneurisma toraco-addominale), sarà necessario eseguire in contemporanea l’apertura del torace e dell’addome (toraco-freno-laparotomia).

Viene quindi eseguita la preparazione dell’aorta aneurismatica, I’interruzione temporanea del flusso sanguigno (clampaggio) dopo somministrazione di eparina per via sistemica. Si esegue l’apertura dell’aneurisma ed il confezionamento di una protesi mediante delle suture con filo di Prolene. Si procede quindi a ripristinare il flusso ematico (declampaggio). Nel caso di un aneurisma toraco-addominale sarà necessario, durante le fasi di clampaggio, applicare tutti i presidi intraoperatori di protezione dei reni, dei visceri e del midollo spinale.

Questi interventi, prevedono un giorno circa di terapia intensiva ed un decorso post-operatorio di circa una settimana.

Eseguiti in elezione, la percentuale di mortalità è 1-3 % (< 5%) nelle chirurgia dell’aorta addominale. Più alta quando interessa il tratto soprarenale o toraco-addominale.

Nelle situazioni di rottura la mortalità risulta a tutt’oggi ancora molta alta, 33-75 %.

Le complicanze possono essere sia precoci che tardive.

Le complicanze precoci possono manifestarsi già nelle prime ore di terapia intensiva ma anche nei giorni successivi.

Tra queste vanno menzionate le emorragie che si possono verificare a livello delle suture, soprattutto in presenza di pareti molto calcifiche dell’aorta.

Le ischemie intestinali o renali (2-10 %) possono essere causate dall’interruzione del flusso sanguigno o microembolizzazione durante le fasi di clampaggio 3-5%.

Complicanze cardiache (2-15%)

Complicanze respiratorie (5-80% a seconda delle condizioni del paziente).

Molto più rare possono essere, la paralisi degli arti inferiori e degli sfinteri (0,1-0,25 in elezione, 1,2-1,4 nel caso di eneurismi rotti). Queste ultime complicanze, risultano più frequenti soprattutto nella chirurgia degli aneurismi toraco-addominali.

Meno rare, sono la disfunzione della sfera sessuale nel maschio: l’ eiaculazione retrograda ed l’impotenza erettile, complicanze, che possono essere permanenti.

Tra le complicane tardive vanno menzionate: l’occlusione trombotica della protesi, soprattutto in quelle biforcate, che necessitano di un ulteriore intervento di rivascolarizzazione.

La formazione di pseudoaneurismi, che consiste in una dilatazione nel punto di giunzione tra la protesi e la parete aortica.

Molto rara ma la più temibile (0,3%) è l’infezione della protesi, complicanza associata ad un’alta mortalità e che comporta una sostituzione della protesi con un materiale preferibilmente biologico.

 

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